Monte Sernio

L’avventura che voglio raccontare, inizia già qualche mese prima della sua realizzazione, quando, una sera di metà maggio, mi trovavo fuori casa mia a fare dei lavori di manutenzione all’auto. Mentre ero chino e con la testa quasi dentro il vano motore, sopraggiunge da dietro un’ombra, e mi sento sussurrare con tono spiritoso:

-OILA’ CHE FAI? DANNI?

Era  Pietro, un ragazzo da poco trasferito ad Illegio, che stava andando a passeggio con la sua compagna Adriana. Dopo un paio di minuti trascorsi a scambiarci saluti e parlare un po’ di noi,cambiamo subito argomento e passiamo a parlare di una grande passione che abbiamo in comune: la montagna ed il viverla in tutte le sue forme, quali alpinismo, scialpinismo, ghiaccio, arrampicata e tanto altro.

-A PROPOSITO- mi chiede –HAI MESSO VIA SCI E PELLI PER QUEST’ANNO?-

-SI’- gli rispondo –SONO DAVVERO SODDISFATTO DELLA STAGIONE PASSATA-

Inizio quindi a raccontargli delle belle soddisfazioni che mi sono preso, nonostante la neve sia arrivata un po’ tardi… Gli racconto delle belle discese sulle alpi Carniche, il ripido sulle Giulie, il firn sulle dolomiti di Forni, e delle discese poco conosciute proprio “dietro casa”, dove, esattamente la terza settimana di marzo e date le eccellenti condizioni niveo-meteo, percorsi con sci e pelli tutte le cime che si trovano sulla cresta che dall’ Amariana arriva fino al Sernio. Pietro ed Adriana stavano li ad ascoltarmi ed io parlavo, parlavo, parlavo…

Poi mi chiede, facendo qualche passo indietro ed indicandomi con l’indice.

–MA SEI SCESO ANCHE DA QUEL CANALE LA?-

Da fuori casa infatti si vede benissimo tutto il versante sud-ovest del Sernio fino alla cima di Pale Vierte, compreso il canale che scende da sella Pra Danèit verso la val di Lunze… C’era ancora della neve nel canale e si vedeva benissimo la linea da percorrere.

-SI’- gli rispondo –CI SONO SALITO DIVERSE VOLTE,FINO A QUANDO NON HO TROVATO LA CONDIZIONE BUONA PER PASSARE IL CANALINO CHE POI PORTA ALLA CIMA PALE DAI LARIS! DOVRESTI VEDERE CHE AMBIENTE SELVAGGIO E SEVERO… NON TROVI ANIMA VIVA NEL RAGGIO DI CHILOMERTI!

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Poi Pietro mi chiede se ci sono mai salito d’estate e se sono a conoscenza di vie di salita fino al Sernio. Io gli rispondo che so che ce la possibilità ma non conosco i punti di passaggio perché non ci sono mai stato, e lui, subito mi pone un obbiettivo: quello di salirci assieme per esplorare un posto nuovo !!!

Trascorrono i mesi ed arriva settembre, trovo Pietro per strada e mi dice:

– SABATO 10 NON PRENDERE IMPEGNI CHE ANDIAMO SUL SERNIO DALLA NUOVA VIA CHE SALE PER LO SPIGOLO SUD-OVEST PASSANDO PER PRA DANEIT !!! PARTENZA ORE SETTE IN PUNTO DA VAL DI LUNZE –

-OTTIMA IDEA PIETRO! MAGARI APPROFITTO DELL’OCCASIONE PER FARE UN VOLO DAL SERNIO,SEMPRE SE I VENTI ME LO CONSENTIRANNO…….-

-MA COME ? VOLO ? – mi chiede stupito…

-SI’ DAI,MAGARI TI RACCONTERO I DETTAGLI CON CALMA MENTRE SALIAMO….CI VEDIAMO AL LUOGO STABILITO ALLORA!!! – gli rispondo e lo saluto.

Il venerdì inizio già dal mattino a seguire ora per ora gli aggiornamenti meteo. Per decollare dalla cima ci devono essere per forza delle condizioni buone; il decollo previsto “guarda” sud sud-est, le previsioni mettono vento in rotazione da nord-est a sud-est dalle ore 12…. Sembrerebbe una condizione super favorevole, ma non basta, mi servono ancora consigli preziosi da chi è più esperto di me: chiamo John…..

-GJAIDEIT CHIAMA PREDEIS, MI RICEVI PRADEIS ? –

-TI RICEVO FORTE E CHIARO GJAIDEIT,DIMMI TUTTO ! –

Inizia così, con una gran risata, la nostra conversazione. Gli racconto un po’ quello che vorrei fare, se secondo lui potrebbe essere fattibile o meno….. Passa giusto un momento, tempo di dare un’occhiata al meteo, e mi dice con franchezza :

– LE CONDIZIONI PER DOMANI SARANNO SICURAMETE BUONE,MAGARI TI RITROVI ANCHE QUEI 10 CHILOMETRI ORARI DI VENTO CHE TI AIUTANO A DECOLLARE BENE……. –

E dopo avermi indicato la rotta da seguire, mi saluta augurandomi BUON VOLO !!!

Ok, prima l’idea, poi il progetto, domani non rimane altro che dare il via ai lavori !!!

Come da programma, alle ore 7:00 partiamo da val di Lunze. Siamo io, Pietro, Adriana e Lorenzo. Prendiamo subito il sentiero n.455 che in una lunga diagonale verso nord-est, ci porta in direzione del rifugio m.Sernio. Dopo circa 30 minuti di cammino, nei pressi di Palasecca di mezzo e ad una quota di 1100 merti, lasciamo il sentiero principale per svoltare di 90° a destra, per una traccia che sale diritta e ripida per una cresta nel bosco di faggio. Camminiamo parlando in po’ della meraviglia della natura che ci circonda, fino ad udire qualche voce in lontananza…ci sta raggiungendo il resto del gruppo che è partito dagli stavoli di Lovea. Salutato tutti quanti, scambio due parole con Adriano Sbrizzai, che sarà la nostra “guida” di oggi. Parliamo del sentiero che andremo a percorrere,delle sua difficoltà e della bellezza del panorama che ci aspetterà giunti alla base della parete sud-ovest del Sernio. Questa nuova via, mi dice, l’ho chiamata “VIA DELL’ANELLO”, questo perchè si può rientrare alle auto lungo altri sentieri facendo appunto un giro ad anello. Via dedicata al CAI di Tolmezzo ed agli alpinisti Sergio Liessi e Sergio Sabadelli, che,  nei tempi che furono, cercarono  per anni il passaggio chiave per salire sulle grandi cengie dello spigolo sud-ovest, senza mai riuscire a trovarlo. Mi racconta Adriano che, finalmente dopo varie perlustrazioni, riuscì a trovare il passaggio attraverso una fessura alta oltre 50 metri e larga, a tratti, poco più di 1 metro.

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Usciti dal bosco ad una quota di circa 1300 metri, ci troviamo di fronte quel bel canale che a marzo sciai. Lo risaliamo lungo il fianco orografico sinistro, sotto le pareti delle crete di Palasecca, fino al raggiungimento di sella Pra Daneit a quota 1750 metri. Salgo in silenzio, pensando a come la neve trasforma il paesaggio, andando a riempire di una soffice coltre bianca tutti i canali, e coprire tutti i mughi, lasciando fuori solamente gli alberi più alti; provo a ricordare dove, su quel pendio, misi la mia firma con le lamine degli sci. Raffiorano dei ricordi talmente belli ed intensi che per un istante mi sembra quasi di tornare indietro in quei giorni, e riviverli…. Sento persino sotto i piedi lo scricchiolare della neve indurita dal vento,e il rumore dello sfregamento delle pelli di foca… Poi tutto d’un tratto ritorno alla realtà, mi giro e vedo che mi sono staccato dal gruppo; decido allora di aspettarli per continuare a salire assieme.

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Pochi minuti e mi raggiungono, lascio passare alcuni e poi mi metto in marcia circa metà fila. Parlano di qualcosa, ma non so cosa….. faccio una prova allora: provo ad origliare un po’ per sentire ciò che dicono. Capisco benissimo di quel che parlano, e di punto in bianco inizio a sorridere da solo.

Le tre persone davanti a me, che avranno circa 50/60 anni, discutono delle loro esperienze passate, delle cime che hanno scalato. Adriano racconta del duro lavoro di tre anni per riuscire ad aprire questa via, tre anni di motosega per tagliare i mughi nel sentiero, di martello e chiodi per proteggersi quando era alla ricerca del passaggio chiave. Parlano anche di fior di alpinisti del secolo scorso, come Lacedelli, Compagnoni, Messner, Bonatti; di come si andava in montagna negli anni 60, di scarponi in quoio, pantaloni e giacche in feltro, guanti e calzetti in lana cotta……. Tutto questo è interessante,ma di totale appannaggio alla nostra vista….

Nel gruppo dietro a me sono quasi tutti miei coetanei o con una manciata di anni in più; si parla di tutt’altro : GPS, navigatori satellitari, applicazioni, antivirus, programmi, insomma, di tecnologia moderna. Mi rendo conto di tre cose : primo : di appartenere sentimentalmente al gruppo che ho davanti. Secondo :  dell’abisso tecnologico che divide due generazioni così vicine tra loro. Terzo : di come il mondo si sia evoluto sia dal punto di vista tecnologico che alpinistico, fino a riuscire a miscelarli entrambi ed ottenere tutti i tipi di materiali innovativi che ci offre mercato odierno, e cosa potrebbe riservarci quello futuro……

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Arrivati nel miglior punto panoramico di sella Pra Daneit, iniziamo a scattare delle foto al paesaggio: davanti a noi la val Nuviernolis e le crete di pala secca sono incantevoli!!!

Pietro mi chiede :

– MA E’ QUELLO IL CANALE CHE SI SCIA? –

-SI’ E’ PROPRIO QUELLO,E SE C’E’ ABBASTANZA NEVE SI RIESCE ANCHE A SALIRE FINO ALLA CIMA SOPRA – gli rispondo…

Si gira Alessandro guardandomi stupito,e chiedendomi se c’è davvero la possibilità di esplorare questa zona quando innevata,con sci e pelli di foca…

-CERTO CHE SI’- ribadisco,dicendogli spensieratamente poi che con sci e pelli si riesce ad andare dappertutto,basta che ci sia la neve!

Poi rivolge lo sguardo verso pala del Larici, mette a fuoco l’obbiettivo e scatta delle foto, come se volesse metterla in una nota da calendario….Dalla sua espressione capisco con immediata certezza che ritornerà su il prossimo inverno con sci e pelli, alla ricerca non della classica gita sci alpinistica, ma di una gita “fuori casa” completamente sconosciuta e per nulla divulgata.

Riprendiamo il nostro cammino scendendo per una cinquantina di metri tra i mughi, mirando la grande cengia che da destra verso sinistra, ci condurrà all’ antecima del Sernio. Arriviamo al canale/camino stretto ed alto che , percorrendolo in arrampicata per passaggi di 2°, ci permettera di raggiungere la rampa superiore : -E’ QUESTO IL PASSAGGIO CHIAVE ! – dice fiero Adriano.

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Di nuovo per mughi, praticelli e ghiaioni fino all’antecima a quota 2000 metri. Un breve momento di ristoro, ed aspettando il resto del gruppo, mi rimetto a parlare con Adriano, dell’incidente aereo che accadde proprio li vicino durante il secondo conflitto mondiale: la storia narra che la notte del 21 agosto 1944, l’aereo Dacota3 dello squadrone della RAF, nel compiere un aviolancio alle forze partigiane locali, si schianto e i cinque membri dell’ equipaggio persero la vita. Tutt’oggi ci sono i resti dell’aereo nel canalone sottostante.

Riposati e rifocillati ripartiamo per gli ultimi metri di cammino che ci dividono dalla cima; ma è solo adesso che, secondo il mio parere, inizia il tratto più difficile della via. Dobbiamo scendere un canale lungo una trentina di metri, con passaggi di 2° da fare appunto in discesa. Essenziali sono la massima attenzione e prudenza da parte di ogni singola persona….Tutto fila liscio secondo i piani ed in breve arriviamo alla rampa finale e poi in vetta al Sernio a quota 2187 metri.

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Qui una stretta di mano a tutti i compagni di salita è d’obbligo, quattro battiti di campana, i complimenti ad Adriano e suo figlio Emiliano per l’ottimo lavoro fatto, ed un ringraziamento per averci dato l’onore di essere saliti per primi lungo la prima ed unica via al Sernio dal versante sud.

In vetta siamo : io, Pietro de Faccio, Adriana Bonanni, Lorenzo Gerometta, Alessandro Benzoni, Adriano ed Emiliano Sbrizzai, Ireno Sandri, Agostino Screm, Giovanni Anziutti, Silvano Brollo.

Arriva ora il mio momento, l’ansia pre-volo si fa sentire come se avessi il cuore che batte in gola, iniziano i tremori e le paure, l’incertezza di riuscire a decollare da un posto dove non lo avevo mai fatto prima. Mi siedo un paio di minuti e cerco di rilassarmi pensando a tutto e niente, qualche respiro profondo, poi mi alzo ed inizio a mettere un po’ di nastri segnavento su dei bastoncini. Intensità e direzione del vento sono perfette!!! Ed in più arrivano dei gracchi alpini a veleggiare sopra di me, come se fossero venuti li per darmi coraggio,rassicurarmi ed incitarmi a volare con loro. Penso che se veleggiano cosi bene vuol dire che c’è una buona dinamica; questa è una carta a mio favore….tutto ciò mi fa tranquillizzare…….

Alcuni del gruppo, incuriositi, mi chiedono cosa stessi facendo…

-CONTROLLO FORZA E DIREZIONE DEL VENTO,PERCHE’ IO RIENTRO IN VOLO!!! –

Qualche secondo di silenzio,e poi :

– MA COME? CON COSA?? –

-HO PORTATO CON ME LA VELETTA DI HIKE AND FLY !!!

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Inizio allora a stendere la mia Q20 in quello che ritengo il miglior posto possibile, una pulita al terreno dai sassi che potrebbero fare impigliare i cordini,mi guardo dietro e faccio un primo gonfiaggio…Non bene purtroppo perché alcuni dei cordini vanno ad impigliarsi nel terreno sassoso; avrò sicuramente bisogno dell’aiuto dei compagni per sostenere la vela nella fase di decollo. Inizio ad imbragarmi e nel mentre alcuni iniziano a farmi delle domande, chiedere informazioni su tessuti di parapendio, tenuta dei moschettoni ed altro….sinceramente non ricordo nemmeno chi fossero state le persone a chiedermi tutte queste cose, so solo che rispondevo borbottando parole a caso perché ero concentrato su ciò che stavo facendo e non potevo permettermi di distrarmi per dare risposte esaurienti….. Ganci imbrago ok, paracadute di emergenza ok, bretelle vela ok…chiedo aiuto a tre persone per sostenere la vela onde evitare che si impiglino i cordini a terra… E’ ORA DI PARTIRE!!! Saluto tutti e dico : -APPENA ARRIVA IL GIUSTO CICLO DI VENTO IO PARTO..MANDI MANDI !!!

Ed in men che non si dica arriva il momento giusto, uno sguardo dietro di me, un’ altro avanti, un bel tiro alle bretelle A , la vela si alza benissimo tanto da permettermi di fare un controllo veloce al fascio dei cordini, mi giro verso valle, quattro passi e mi ritrovo in volo…..Un forte urlo liberatorio mi fa rendere conto che e fatta!! Viro subito a destra e passo a fianco della cima salutando i miei compagni. Tutti rispondono al saluto e riesco a sentire perfino alcune delle loro voci…. Che emozione, quasi indescrivibile!!!

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Sorvolo lo spigolo sud-ovest e vedo il sentiero che abbiamo risalito, ad un certo punto inizia a suonare il variometro…sto entrando in una termica!!! Cerco di girarla meglio che posso,tanto che mi fa guadagnare una cinquantina di metri e ritornare quasi alla quota del decollo. Faccio poi un 360° molto largo e lento,che mi permette di ammirare le montagne da un punto di vista diverso dal solito, davanti a me c’è il gruppo del Monte Cavallo di Pontebba, la Creta di Ajp, Zermula, il Tersadia che domina la val d’Incaroio, poi il gruppo del Coglians, Peralba, i miei amati Zoncolan e Tamai, le dolomiti di Forni che vanno a perdersi a sud-ovest verso la pedemontana pordenonese,tutta la catena del Sernio fino all’Amariana, il mio paese Illegio….uno spettacolo mozzafiato!!!

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Dopo una decina di minuti di volo mi trovo proprio sopra la val di Lunze, dove avverrà il mio atterraggio. Ho ancora 1800 metri di quota,quindi  quasi 1000  sopra la valle, posso permettermi di giocare un po’ facendo delle spirali in picchiata, poi ancora alcune virate lungo la valle per capire la direzione del vento in atterraggio. Il vento è debole e per nulla turbolento, ne consegue un bel atterraggio da manuale proprio a venti metri dalla macchina.

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Alcuni bambini incuriositi, mi raggiungono e mi chiedono :

– BUONGIORNO SIGNORE,MA TU,ARRIVI DAL CIELO? –

-BEH,DICIAMO DI SI’, MA PRIMA ERO SU QUELA MONTAGNA LASSU’- indicandola col dito –E’ DA LI MI SONO LANCIATO IN VOLO!

Ed un dei due : – MA DAL SERNIO? –

-SI’,PROPRIO DAL SERNIO… –

Poi entrambi : -MA COME SI FA A VOLARE? –

-SE VOLETE, VE LO SPIEGHERO’ INTANTO CHE MI AIUTERETE A PIEGARE LA VELA….MI AIUTERETE VERO?

Risposta scontata : – SIIIIIIII !!! –

E mi metto a spiegare loro il perché un parapendio vola, e quali sono le condizioni che permettono di farlo volare. Mi ascoltano in silenzio e mi guardano con gli occhi spalancati….poi esclamano :

-OOOOHHH….. SEI DAVVERO BRAVO !!!

Beh, penso d’essere arrossito, oltre che commosso…D’altronde dopo un complimento così sincero ,qual’è quello fatto da un bambino, non può fare altro che suscitare l’ ennesima emozione della giornata….

….UNA GIORNATA DAVVERO INDIMENTICABILE !!!

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Enrico…

 

Enrico

Hike & Fly monte Sernio

Difficoltà decollo H&F

Difficolta' 2
Legenda difficoltà »

Possibili decolli

Dal versante est e sud-est della cima.Spazio più che sufficiente per l’apertura di una vela…attenzione a non impigliare i cordini nei sassi.

Dal versante nord-est e nord-ovest le difficoltà di decollo aumentano notevolmente.

Possibili atterraggi

Riporto il mio atterraggio in val di Lunze, ma c’è la possibilità di atterrare in altri luoghi.

Parcheggio

Val di Lunze

Quota minima: 910mt
Quota massima: 2187mt

Coordinate decollo: 46.4751, 13.1372
Coordinate atterraggio: 46.4533, 13.0931

A proposito delle informazioni tecniche di questo articolo.. leggi il disclaimer!

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