Matajur con la pioggia!

È sabato sera e piove. Penso spesso che le perturbazioni, abbiano la capacità di entrare in Friuli il sabato per uscirne la domenica sera! Accidenti! Ma questa volta c’è una speranza. Fra una perturbazione ed il successivo fronte freddo, ci sono circa 5-6 ore di intervallo di non pioggia e questa parentesi dovrebbe essere dalle 12 alle 18. Perfetto. Il progetto Matajur si può realizzare. Lancio la proposta agli amici per una Hike & Fly da San Pietro al Natisone alla cima del Matajur, ma piove e nessuno crede al miracolo del bel tempo a distanza di poche ore. In effetti non so dargli torto anche se dentro di me voglio crederci e poi a me piacciono le pazzie e l’idea di tentare un volo in condizioni un po’ diverse dal solito, mi stimola anche di più!

Piove tutta la notte ed al mattino….. piove ancora! Che faccio, desisto? Ma neppure per sogno, preparo l’attrezzatura e con molta calma mi porto a San Pietro al Natisone in zona scuole dove inizia il sentiero 749 che mi porterà in cima al Matajur, il Monte più alto della Benecia.

La Benecia (o Slavia Friulana) è una piccola area del Friuli Venezia Giulia abitata da poche migliaia di abitanti. Questa zona è molto, ma molto particolare e ne sono sempre stato affascinato. La parlata è un misto fra sloveno, italiano e friulano il tutto condito da una cadenza che definire unica è dire poco. Le persone sono sparse in una miriade di paesini dai nomi misteriosi (Tumaz, Scubine, Puoie, Ossiach, Pechinie…..) e in tanti anni penso di non averne visto neppure la metà. Vabbè c’è tempo e con calma vedrò di ispezionarli tutti.

La salita inizia male! Piove ancora e in me sorge un atroce dubbio…. Non è che stavolta ho esagerato con l’ottimismo? Bon decido di non pensarci più e inizio a concentrarmi sul sentiero e sulla marcia.
Meno male che dopo una mezz’ora smette di piovere e mi fermo per togliere l’impermeabile! Ottimo.

Il sentiero è in ottime condizioni nonostante la pioggia ed è molto bello. Il primo tratto è lungo e poco pendente. Supero due piccoli passi (San Canziano e San Giorgio) che uniscono dei passaggi fra la valle del Natisone e la valle del fiume Alberone. Qui la pendenza è davvero minima e in quasi 3 ore ho salito solo 7-800 metri di quota. Cavoli ma quando ci metterò per fare tutti i 1500 metri di dislivello previsti?

Fortunatamente, arrivo al passo di Glevizza, il sentiero lascia i boschi per aprirsi ai prati, ma soprattutto inizia a salire in modo deciso e così in circa 4 ore giungo alla chiesetta posta in cima al Matajur.

Tutto bene se non fosse che per un particolare. NON SI VEDE NULLA. Una spessa coltre di nubi avvolge la cima e a questo punto la discesa in volo si fa problematica!

Sono molto indeciso e comunque mi preparo al decollo. Imposto al meglio lo strumento di volo per avere una rotta certa da seguire e mi cerco un prato per decollare. Tutto pronto ma cala il vento ed inizia a piovere. Non bene, non bene. Cerco di tirare fuori tutto l’ottimismo possibile e cerco soprattutto di capire cosa faranno i cumuli. Secondo me il tempo si sistemerà ed infatti poco dopo il vento torna a soffiare deciso e la pioggia fortunatamente termina. A questo punto decollo e dopo pochi minuti mi trovo a sorvolare il sentiero appena fatto, con il mio parapendio. Fantastico.

Il paesaggio scorre veloce sotto di me; boschi, baite e paesini incastonati fra le pieghe della montagna scivolano fra un cumulo e l’altro. In un attimo mi rendo conto di essere molto basso e che devo pensare ad atterrare. Non riuscirò ad arrivare a San Pietro in volo, ma non ci sono problemi e scelgo un piccolo prato ai margini del paese di Ponteacco. Atterro vicino ad una bella casa con l’aia affollata da molti animali da cortile e mentre piego la vela, il proprietario mi viene incontro per chiedermi informazioni sul volo e da dove ero partito. Gli racconto tutto e mi complimento con lui per la bella casa. Lui mi ringrazia e mi dice che da 20 giorni ha perso la moglie con cui ha abitato quella casa per oltre 50 anni. Ha le lacrime agli occhi e immediatamente torna sui suoi passi. Mi ha colpito molto e penso che la bellezza di quella casa, rifletta l’amore condiviso per tutti quegli anni da quella coppia.

Ok il viaggio non è finito e per arrivare a San Pietro mi aspetta ancora un piccolo tratto di cammino attraverso Sorzento, dove incontro un ragazzo appassionato di arrampicata,  ed infine percorro una bella pista ciclabile utilizzata da appassionati di running e da alcune famigliole in gita con le bici.
Giungo all’auto e stabilisco, senza dubbio, di aver trascorso un’altra splendida giornata, magari in solitaria, ma in ogni caso circondato dal bello e incontrando per strada delle persone davvero interessanti.

basecumulo

Hike & Fly Monte Matajur

Difficoltà decollo H&F

Difficolta' 2-
Legenda difficoltà »

Possibili decolli

I prati del Matajur sono giganteschi e non c’è che l’imbarazzo della scelta. Personalmente preferisco partire dalla chiesetta posta in cima che consente decolli con tutte le direzioni del vento. Ottimo anche il decollo presso il rifugio DOM a circa 5 minuti dalla cima verso ovest. Aperto tutti i fine settimana di bel tempo.

Possibili atterraggi

Molti prati sia nella valle del Natisone che da Savogna verso Clenia (valle del torrente Alberone)

Parcheggio

Presente grande parcheggio all’inizio del sentiero. Si atterra a poche decine di metri di distanza nei prati che fiancheggiano la ciclabile San Pietro – Sorzento

Quota minima: 170mt
Quota massima: 1650mt

Sentiero CAI 749 da San Pietro al Natisone fino al suo termine. Ultimo tratto proseguire diritti e in circa 25-30 minuti si raggiungono prima il rifugio DOM e quindi la cima del Matajur.

Coordinate decollo: 46.2121, 13.5296
Coordinate atterraggio: 46.1318, 13.4881

A proposito delle informazioni tecniche di questo articolo.. leggi il disclaimer!

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