Hike & Fly Monte Sernio

Un fronte freddo ha finalmente spazzato via l’inversione e riportato un po’ di neve sulle montagne ma soprattutto un clima decisamente più invernale. Appuntamento con John in quel di Cedarchis, meta del giorno il monte Sernio. Raggiunta la località di Dioor in comune di Paularo ci prepariamo per la salita che già prevediamo di una certa difficoltà a causa della neve caduta il giorno prima. Quattro parole con i locali e siamo subito in marcia. La prima parte della salita è ambientata in un bosco di faggi, ormai spogli delle loro foglie che ora ricoprono il terreno donandogli la caratteristica tonalità rossastra. Il sentiero lo attraversa con moderata pendenza e dopo circa un’ora e mezza ci porta in ambiente più aperto alla base dei ghiaioni che scendono a nord di forcella Nuviernulis, ora su terreno completamente candido.

Senza via obbligata ci dirigiamo verso la forcella e l’omonima torre dove alla vista della sua parete nord, sia io che John, con la mente non possiamo che tornare indietro di un po’ di anni e rivivere le nostre avventure alpinistiche e la scalata del diedro Bulfoni. Contorniamo verso sud la torre e raggiungiamo la base delle pareti del Sernio dove inizierà la salita vera e propria, nel frattempo il vento è aumentato e il freddo inizia a farsi sentire. Un’esposta paretina di una ventina di metri ricoperta di neve ci da subito del filo da torcere, dando immediatamente un tono alpinistico alla salita. Oltre il percorso si fa più agevole, tracce di sentiero tra rocce e radi mughi, intervallati da brevi passaggi un po’ piu impegnativi, il tutto condito con 20 cm di neve. Superato un caratteristico canale-camino siamo in vista della parte alta della salita e della cresta che porta in vetta.

Qua una targa commemorativa ci riporta indietro nel tempo e più precisamente alla fine della seconda guerra mondiale quando un Douglas DC3 Dakota dell’esercito inglese con 5 militari a bordo, si schiantò proprio qua, durante una missione notturna in supporto alle forze partigiane della Carnia. I preziosi rottami dell’aereo e il carico di armi che trasportava, per le povere genti delle valli circostanti rappresentavano un vero e proprio tesoro, e il Sernio divenne meta di continui viaggi per recuparare tutto il materiale. Furono invece i resti dell’equipaggio ad essere recuperati per ultimi, quasi un anno dopo, a guerra finita.

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Siamo ormai in vetta e dopo la stretta di mano di rito, l’attenzione corre subito al vento e alla conformazione della cima per valutare la possibiltà di decollare con il parapendio. Capiamo subito che le condizioni ci sono ma altrettanto velocemente capiamo che sono molto al limite. Lo spazio sulla cima è appena sufficente, stesa la vela e allungato il fascio, ci si trova con i piedi a mezzo metro dallo strapiombo. Il vento invece è molto rafficato, assolutamente incostante, alterna momenti di nullo a raffiche molto forti.

Decidiamo di provare ma la tensione, almeno per me, è alta. Per primo tocca a John, mentre io lo assisto. Come previsto, il gioco si dimostra subito arduo, tra le raffiche che con violenza sembrano voler strappare la vela da terra e i cordini che frequentemente si impigliano nelle rocce, rendendo impossibile una partenza quando il vento magari lo concedeva. Dopo svariati tentativi, finalmente la vela si alza sopra la testa di John e il primo decollo della storia dal monte Sernio ha luogo.

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Ora tocca a me, non sarà facile, tanto più che sono da solo e nessuno può assistermi. Ancora raffiche molto forti, alcune addirittura mi obbligano a sganciarmi dalla vela per evitare che mi trascinino via con lei, momenti in cui il vento gira anche di 180 gradi, cordini impigliati ai sassi e alle rocce. Sono molto titubante sul da fare, forse è più prudente ripiegare la vela e scendere a piedi, tuttavia anche la discesa non è priva di rischi. Decido di darmi un orario limite oltre il quale, se non sarò decollato, ripiegherò la vela e inizierò la discesa prima del sopraggiungere del buio. Dopo una buona ora di tentativi e solamente 5 minuti prima dell’orario limite, finalmente la vela si alza sopra la mia testa e con due passi sono in volo sopra la parete nord ovest del Sernio.

Un gran sospiro di sollievo, e una lunga discesa a piedi risparmiata. Mi dirigo in direzione nord verso Paularo, individuo l’atterraggio tra gli orti di Dioor e subito noto John che con la sua vela mi da indicazioni sul vento in atterraggio. Dopo un volo di circa un quarto d’ora, con mani e piedi completamente congelati, rimetto finalmente i piedi a terra laddove stamattina è iniziata la nostra avventura. Un abbraccio a John che da più di un’ora non aveva mie notizie e che era comprensibilmente preoccupato sapendomi da solo in cima alla montagna a lottare con il vento.

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Hike & Fly Monte Sernio

Difficoltà decollo H&F

Difficolta' 3
Legenda difficoltà »

Possibili decolli

Dalla cima ovest verso NW con spazio minimo. Verso S-SW sempre dalla cima ovest, oppure poco sotto la cima lungo l’itinerario di salita.

Possibili atterraggi

Paularo, atterraggio ufficiale.

Parcheggio

Localita Dioor, comune di Paularo

Quota minima: 658mt
Quota massima: 2162mt

Coordinate decollo: 46.4750, 13.1373
Coordinate atterraggio: 46.5232, 13.1241

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