I Pilots Montanus organizzano una camminata sul Monte Arvenis, per godere del panorama e soprattutto per individuare un possibile nuvo decollo.
Come non aderire? Da tanti anni frequento il monte Zoncolan. Dal suo rassicurante panettone sono salita parecchi anni fa sulla cima del vicino monte Tamai, prima che venisse rovinata dalla poco utile pista da sci e relativo impianto di risalita. Una vetta alta e di piccole dimensioni, che dà la bella sensazione di dominare il mondo, e sì, di essere proprio arrivati al top.
Dalla cima del monte Tamai c’è la sorpresa dell’Arvenis, un bel picco roccioso e aspro, che sembra un po’ fuori luogo in mezzo ai monti erbosi, un anticipo delle scontrose cime delle Dolomiti Friulane che però non sono adiacenti.
Ebbene, in tanti anni non ero mai salita sulla vetta dell’Arvenis, quindi, come non cogliere al volo (per l’appunto) l’occasione di una bella salita in compagnia e una discesa in parapendio?
La giornata è splendida, soleggiata e insolitamente calda per questo periodo di metà dicembre.
Ci incontriamo a Pagnacco, saliamo verso Villa Santina, e da lì a Ovaro, verso la frazione di Lenzone, dove facciamo la ricognizione dell’atterraggio, un campo abbastanza pianeggiante, proprio adiacente alla chiesa e al cimitero, quindi molto ben individuabile dall’alto.
Il segnavento viene posizionato incastrandolo in una catasta di tronchi, e affrontiamo in auto la mitica salita dello Zoncolan, cara agli appassionati del Giro d’Italia.
Arrivati quasi alla vetta dello Zoncolan, rimangono le due gallerie in pietra, ma nella prima troviamo una lastra di ghiaccio, che rende sconsigliabile continuare in macchina. La galleria è poco più larga dell’auto, e le pareti rocciose farebbero pagare molto caro il minimo slittamento.
Parcheggiamo subito prima delle gallerie, e iniziamo a salire a piedi.
Decido di non portare l’attrezzatura, che è parecchio pesante, e non credo di sentirmela di affrontare un decollo ignoto e probabilmente complicato. Fabiano e Paolo, ovviamente, portano la loro attrezzatura leggera da alcfliers.
Salendo di poco lungo il sentiero che bypassa le gallerie si trova un decollo niente male (“decol pai frus”, come canticchiamo proseguendo il cammino). Sarà la nostra chance per il ritorno a valle nel caso che l’Arvenis non sia fattibile. Anche per me va bene, perchè si trova a pochissima distanza dall’auto, quindi potrò recuperare più tardi la mia attrezzatura.
Raggiungiamo in circa mezz’ora la vetta dello Zoncolan, da cui proseguiamo verso il monte Tamai.
Dopo la passeggiata quasi pianeggiante che collega i due monti, tra bei panorami, aria frizzante, brina che disegna cristalli di ghiaccio luccicanti come diamanti, si deve scegliere la strada per la cima del Tamai. I percorsi che la raggiungono sono due, uno meno ripido, che temiamo coincida con la pista da sci, e uno più ripido.
A nessuno di noi piace vedere la montagna lunaparkizzata, soprattutto in questa versione semi-estiva con i grossi mucchi di neve sparata in attesa di essere sparpagliata sulle piste. Prendiamo con decisione il sentiero più ripido, affacciato a sud, con il panorama che spazia verso la pianura friulana.
Poco prima della cima si deve deviare a destra per raggiungere il monte Arvenis.
Eccolo, roccioso e aspro nel sole.
Finalmente sui sassi!
Il sentiero è agevole, a parte qualche passaggio in cui i sassi si fanno un po’ più insidiosi.
La vetta si raggiunge più presto di quanto mi era sempre sembrato.
Che emozione! Siamo su un cocuzzolo molto piccolo, di quelli che ti appagano con l’idea di aver conquistato una gran cima. Il panorama spazia a 360 gradi, con i vicini monti erbosi, e più indietro le rocce delle Dolomiti Friulane.
Ci sediamo in compagnia di un altro montanaro della Bassa e del suo simpatico cagnolino. Si può prendere il sole in maglietta, la temperatura è alta.
Beviamo e mangiamo, e vediamo che la possibilità di un piccolo decollo ci sarebbe, ma non con il vento di oggi.
La pausa è di mezz’ora: il volo ci attende, e il sole tramonta presto.
Scegliamo un percorso diverso per tornare alla cima dello Zoncolan, e ci troviamo ad attraversare una ghiacciaia che ci fa dimenticare il tepore di poco fa.
Raggiungiamo nuovamente il piccolo cocuzzolo sulla cima dello Zoncolan, lì dove arriva la strada da Ovaro, e c’è una bella manica a vento. Paolo decide di decollare da lì, mentre Fabiano ed io preferiamo il decollo più basso che abbiamo visto all’inizio della passeggiata.
Purtroppo si è fatto abbastanza tardi. Fabiano è pronto al decollo e va, io invece, dovendo raggiungere l’auto e poi risalire, decido di rinunciare.
La giornata è stata bella, la camminata di cinque ore e mezzo, e terminiamo con la merenda a base di birra e profiteroles – anche se è un connubio poco ortodosso, al bar sulla strada di Comeglians.
Monte Zoncolan
Difficoltà decollo H&FPossibili decolliDecollo “scaletta” sopra casera Pozôf (o Marmoreana) sullo Zoncolan.
Decollo dai prati sotto la cima dello Zoncolan che guardano verso Ovaro (ovest).
Dalla cima del Monte Arvenis decollo decisamente tecnico, possibile solo con vento ideale.
Possibilità di decollo dal versante ovest del Tamai.
Possibili atterraggiAtterraggio tra Ovaro e Lenzone, ampio pratone tra il campanile della chiesa ed il cimitero.
Quota minima: 1600mt
Quota massima: 1968mtCoordinate decollo: 46.4996, 12.9196
Coordinate atterraggio: 46.4850, 12.8694A proposito delle informazioni tecniche di questo articolo.. leggi il disclaimer!