Monte Tinisa, Ampezzo

Primo novembre, continuano i racconti della saga del Cammina E Vola friulano. Stavolta la meta decisa da John è il Monte Tinisa, cima che già io e lui abbiamo affrontato circa un mese fa, il giorno dell’inaugurazione del decollo sul Passo del Pura.
In quell’occasione eravamo partiti la mattina molto presto, con il buio, ma nonostante l’ora, un autoctono di Ampezzo, tale Re-nato (senza corona, per sua ammissione) ci offrì un caffè… sebbene la sua prima intenzione – nel caso in cui non avessimo risposto alle sue domande in friulano – fosse stata quella di spararci un colpo!
Col buio, bisbigliando nel silenzio della mattina, parcheggiando l’auto negli spazi del suo agriturismo… reazione quasi comprensibile!

Troviamo la sua benedizione anche quest’oggi, e si stupisce nel vedere tanta gente appassionata del far fatica in una giornata di festa e di sole come quella.
Mentre viene organizzato lo spostamento di persone e mezzi, posiziono una manichetta con del “vedo” nel prato di atterraggio, un enorme distesa di verde che Renato concede in utilizzo a parapendii e delta, e che è anche terreno utilizzato dai suoi cavalli al pascolo e disseminata di “regalini” sui quali è meglio non mettere piede!

Riempiamo una macchina di vele e altre due di piloti, siamo veramente in tanti anche oggi! Il gruppo si divide in due: una buona metà partirà dall’imbocco del sentiero ad Ampezzo a quota 770mt, gli altri inizieranno la camminata dal Rifugio Tita Piaz a quota 1400mt; l’obiettivo comune per tutti è la cima ovest del Monte Tinisa, quota 2070.

La salita per arrivare al Passo del Pura da Ampezzo è piacevole, su un sentiero molto bello, largo e ordinato; dal Passo, dopo essersi concessi uno sguardo alla vallata sottostante dall’enorme decollo appena inaugurato (pronto per le gare del mondiale di deltaplano 2019 che si svolgeranno in Carnia), il percorso da compiere per raggiunge il Tinisa conduce prima davanti al Rifugio Tita Piaz, e poi prosegue sul sentiero naturalistico “Tiziana Weiss”; camminiamo verso est in un veloce saliscendi, su una strada sterrata e un ambiente autunnale, al freddo della vallata nord che in questo periodo dell’anno non viene mai riscaldata dal sole.

Arrivati alla Casera Tintina il sentiero bruscamente s’impenna sul versante nord del Tinisa, che affrontiamo scalando una serie infinita di stretti tornanti ricavati in mezzo la vegetazione di pini mughi che riempie questa vallata; le goccioline di umido solidificate a ghiaccio che ricoprono tutto il verde e i sassi rende tutto molto natalizio, ma il freddo quasi non si sente, visto che l’ascesa è ben faticosa!

A pochi metri dal primo cordino di sicurezza d’acciaio, ci raggiunge l’avanguardia di chi è partito da Ampezzo. John e Plume, col fiato corto e la voglia di finire la salita a tutta forza, ci superano arrivando per primi al sole della forcella dove il sentiero si divide; verso ovest si può raggiungere la Punta dell’Uccel (che avevamo quasi raggiunto in un’avventura dell’anno scorso), mentre noi proseguiamo verso est sul sentiero attrezzato “De Monte Pascul”; ormai solo un centinaio di metri di dislivello ci divide dalla vetta.
Gli ultimi minuti di cammino sono comunque impegnativi, ci sono due pezzi di ferrata da affrontare, e, anche se semplici, c’è bisogno di concentrazione per muovere i passi giusti e non far cadere sassi sulla testa di chi ci è dietro.

La cima è infine raggiunta per il primo gruppo, il sole sta scaldando l’erba della vetta e i nostri animi; il panorama davanti ai nostri occhi è spettacolare: guardando verso sud, a poca distanza da noi e per un’infinità di chilometri, una coltre di nubi bianchissime ricopre e nasconde alla vista la pianura, i monti e le colline sotto di essa. Tutto quello che è a nord di questo mare è invece in pieno sole, ci sono alti cirri che graffiano il blu del cielo, le vallate in basso sono dipinte di colori autunnali, c’è l’azzurro dei monti in lontananza… siamo occupati a memorizzare queste immagini e a complimentarci con chi raggiunge la cima, stanco ma soddisfatto.

Mentre il gruppo si ricompatta, osserviamo quanto bello risulta essere questo decollo per l’hike & fly: un prato verde con una buona pendenza, molto largo e senza ostacoli, sembra essere stato messo apposta per noi ali libere. Sotto di noi, nella valle, c’è la sella Cima Corso, i cui prati antistanti verranno usati dal Plume come atterraggio per la sua veletta 11mq; le vele più grandi si dirigeranno verso Ampezzo, aggirando la cima est del Tinisa, una bella punta decisamente più pendente di quella sulla quale siamo noi ora, passando poi sopra al decollo del Passo del Pura in direzione est.

Cumuli non ce n’è, l’inversione è decisamente più in basso di dove ci troviamo, pertanto il volo sarà probabilmente una planata; la brezza è da ovest, perfetta per questo pendio, e cominciamo eccitati la preparazione del materiale.
I decolli si susseguono l’uno dopo l’altro a distanza ravvicinata, finchè rimango solo sul prato dopo l’involo del biposto degli amici di Revine, anche loro innamorati della Carnia. Dopo essermi imbragato ed aver disteso e controllato la vela, mi volto ad ascoltare il vento che sale il pendio e muove gli steli d’erba in direzione con la linea di massima pendenza. Attendo ancora qualche attimo godendomi il tepore del sole autunnale, la brezza, la vastità delle cime e delle vallate carniche e finalmente gonfio la mia ala e sono in volo.

Mi tengo vicino al pendio e riesco a scavallare la cima Est ancora con una buona quota, sufficiente per cavalcare in sicurezza la cresta spartiacque tra la vallata di Sauris e quella di Ampezzo, passo alto sopra il rifugio e attraverso verso il Monte Nauleni e poi ancora verso il Monte Zampin, dove un po’ di movimento termico mi fa riguadagnare un po’ di quota e allargare ancor di più il sorriso.

250-latterraggio-ad-ampezzo

Pochi minuti dopo, ripiegata la vela e recuperate tutte le macchine ci troviamo tutti all’agriturismo di Renato, tappa obbligatoria per pagare l’obolo dell’utilizzo dell’atterraggio: salame, formaggio, vino e pane dolce, racconti di volo e progetti per le prossime uscite, una degna conclusione di questa nuova avventura.

Giovaz

Hike & Fly Monte Tinisa

Difficoltà decollo H&F

Difficolta' 1
Legenda difficoltà »

Possibili decolli

La cima ovest del Monte Tinisa presenta un grande prato privo di ostacoli con esposizione ovest.

Possibili atterraggi

Ampezzo, prati antistanti all’Agriturismo Primavera

Parcheggio

In atterraggio, vicino all’Agriturismo, oppure all’imbocco del sentiero per il Passo del Pura, oppure al rifugio Tita Piaz.

Quota minima: 770mt
Quota massima: 2068mt

Coordinate decollo: 46.4134, 12.7187
Coordinate atterraggio: 46.4125, 12.7922

A proposito delle informazioni tecniche di questo articolo.. leggi il disclaimer!

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