Sono passate più di due settimane..un po’ per la meteo, un po’ per gli impegni del Club, l’immaginazione ha lavorato più delle gambe e la fantasia ha volato più delle nostre vele.. fino a giovedì scorso, quando la prima proposta uscita per il sabato successivo è stata colta senza esitazioni dai compagni di merende in quota, Giovanni, Ester e Piuma!
In poco meno di mezzora dal confine di Tarvisio abbiamo già ispezionato il sito di atterraggio nel paese di Nòtsch im Gailtal, (prati a non finire) dove abbiamo lasciato un’ auto, mentre con l’altra siamo arrivati fino alla partenza del sentiero, situata sull’altopiano di Hermsberg, altro paesetto, posto a est della cava, in prossimità della quale si prende la stradina ripida che sale sulla destra per arrivare circa 400 mt più in alto rispetto alla pianura, dove lasciamo la seconda macchina per continuare a piedi verso la cima. Valutiamo che in questo luogo è possibile atterrare per recuperare l’auto e comunque la nostra scelta è stata questa anche per ridurre un po’ il dislivello, che è di 1300 mt già partendo dall’altopiano (circa 1700 mt partendo dall’atterraggio in pianura).
Poco prima dell’imbocco della forestale che conduce al sentiero e subito dopo le quattro case di Hermsberg, ci sono, come punti di riferimento, un albero ed una panchina, da cui è visibile la manichetta di vedo posta in parte alla strada.
La forestale parte tranquilla sulla destra, si procede senza fatica per più di mezzora prima di imboccare il vero sentiero con la pendenza vera e da li per un paio d’ore si respira bosco austriaco e si fantastica sulla cima da raggiungere. Il sentiero è molto ben segnalato, i cartelli gialli sono presenti ad ogni bivio e gli alberi sono segnati di tanto in tanto.
Camminiamo con le nostre vele fino alla selletta marcata da un icona sacra, dove incontriamo la neve, che non ci crea difficoltà, e dove entriamo in base salutando il soleggiato panorama. Fino a qualche minuto prima il vento era solo nei nostri pensieri, mentre ora si infila in ogni fessura dell’equipaggiamento facendo sentire la sua forza pungente. Per non surgelarci definitivamente saliamo fino alla chiesetta che sospettiamo essere molto vicina, dato che sentiamo il rumore della campana suonata da qualcuno arrivato prima di noi. Infatti ci appare davanti improvvisamente e ci accoglie permettendoci di vestirci al riparo dal vento.
Decisamente il discorso volo è chiuso. L’attenzione ora è rivolta solamente ad un piatto caldo in un luogo caldo: il rifugio gestito Gipfelhaus, che si trova a 5 minuti dalla chiesetta, proprio sotto l’antennone biancorosso. La sensazione che si prova a chiudersi la porta alle spalle lasciando fuori la bufera di vento e la disillusione di un volo, e infilandosi al calduccio tra il profumo di zuppe calde e strudel di mele è indescrivibile ed estremamente appagante! Oggi è andata così, l’entusiasmo di rimettersi sul sentiero è stato più forte di qualsiasi previsione, e comunque, si può sempre scendere dalla parte che si è saliti.. Ci portiamo a casa, oltre alle vele piegate, la conoscenza della via, un barlume di come si presenta la cima ed una giornata tra amici, che fa sempre bene!
A proposito delle informazioni tecniche di questo articolo.. leggi il disclaimer!