Diciamoci la verità, il Monte Poviz non lo conosce quasi nessuno. Lui ha provato a farci sapere della sua esistenza molti anni anni fa (1975) con una gigantesca valanga che ha raggiunto alberghi e case in quel di Sella Nevea, ma nonostante gli sforzi il nostro Poviz è noto solo a pochi! Forse l’assenza di un sentiero che conduca alla cima non aiuta certo a rendere molto conosciuta questa cima e le numerose voragini fanno il resto.
Ecco, queste sono le premesse per questo cammina e vola. Anzi, per questo sci e vola visto che al parcheggio di Sella Nevea ci troviamo in sei piloti e tutti con sci, tutti meno uno. Io. Come al solito mi presento con le mie ciaspe che sono come minimo inadatte, se non pericolose per le uscite invernali in montagna. Sta di fatto che per ora lascio le ciaspe nello zaino e inizio il cammino con i ramponi.
Iniziamo a salire il sentiero CAI 636 e per ora tutto procede a meraviglia visto che la neve è molto compatta. Gli sciatori hanno le pelli applicate agli sci e salgono bene anche se, in passaggi molto stretti, i miei ramponi risultano più efficenti. Mi sento davvero molto meglio e un po’ meno sfigato!
Ma è presto per cantar vittoria e infatti arriviamo a quota 1800 mt e inizio a sprofondare nella neve e inizio anche a farmi le paranoie per il fatto di rovinare con le buche da me create i bei binari creati dalle decine di scialpinisti diretti al Golovec. Metto le ciaspe e risolvo il problema. Si, lo risolvo fino ad arrivare ad una voragine, di cui non si scorge il fondo, che devo attraversare per un ripido traverso. Non la vedo bene, anzi la vedo nerissima. Cerco con lo sguardo consigli da parte di Riccardo e John i quali si astengono a qualsiasi parola. Sono anni che mi dicono di passare agli sci, quindi sono tutti cavoli miei! Quindi tolgo le ciaspe, rimetto i ramponi, passo la voragine, tolgo i ramponi, rimetto le ciaspe, tolgo le ciaspe, rimetto i ramponi , passo un’altra voragine, tolgo i ramponi e finalmente resto con le maledette ciaspe fino alla cima!
A parte queste piccolezze, ci stiamo godendo di un panorama stupefacente. C’è solo il nostro gruppo nella parte terminale del percorso, c’è molto sole, molta neve, molto silenzio. John riesce a catturare (con il teleobiettivo) anche una stupenda femmina di camoscio. É tutto bellissimo.
Il panorama dalla cima Poviz è emozionante e, come al solito, il vento non tira dalla parte prevista, anzi dopo un po’ non tira proprio. Ci attiviamo per un decollo “Abarth” e il primo a partire sarà Riccardo con gli sci seguito da Sandro e John. Io e Susy decolliamo a piedi, mentre Matteo scendere di syncro speed (chiedete a lui la tecnica adottata).
Il volo è liberatorio e come spesso si usa, atterro con il John a Piani di Sotto. Oddio, senza problemi è forse esagerato visto che sbaglio la direzione del vento e atterro di vento a favore con una vela da 16mq e per di più con i ramponi ai piedi! Meglio bersi una birra in più per dimenticare.
Altri atterrano a Sella Nevea e poi, piano-piano, tutti a Resiutta per raccontarci la giornata intorno ad un tavolo ben imbandito.
Attenzione. Percorso improbabile e volo pure. Fortemente consigliato farsi accompagnare da camminatori o sciatori locali e per quanto riguarda la parte volo, valutare con la dovuta onestà le condizioni meteo e le proprie competenze. Buona montagna.
Monte Poviz questo sconosciuto
Difficoltà decollo H&FPossibili decolliCima Monte Poviz.
Possibili atterraggiPiccolo prato a Piani di Sotto (sopralluogo indispensabile). Sella Nevea dietro al parcheggio principale.
ParcheggioPresenti diversi parcheggi in tutta Sella Nevea.
Quota minima: 1140mt
Quota massima: 1985mtSentiero CAI 636 poi CAI 637 verso est e dopo circa 500 metri si lascia il sentiero verso la cima del Poviz.
Coordinate decollo: 46.3838, 13.4888
Coordinate atterraggio: 46.3865, 13.4720A proposito delle informazioni tecniche di questo articolo.. leggi il disclaimer!