La Val Alba è un piccolo angolo del Friuli, molto solitario, molto particolare e si trova a Moggio Udinese, proprio a fianco della più conosciuta Val Aupa. Lo conosco poco, anzi direi che a parte una breve escursione verso il Bivacco Bianchi e alcuni voli di passaggio con “la vela grande”, di questa valle ho tanto ancora da scoprire. Quindi perchè non approfondire e grazie alla organizzazione del teams Montanus (grazie John), ci si prepara per organizzare una ALBA IN VAL ALBA con decollo dal Chiavals.
Appuntamento a Moggio, nel prato previsto per l’atterraggio, nel tardo pomeriggio e, dopo aver lasciato sul posto qualche auto, via verso la frazione Pradis per imboccare l’unica strada che entra in Val Alba. All’appello ci sono Giulia, Stefania, Giannino, Walter, Luca, John, Loris e io. Arriviamo velocemente a circa un chilometro dal Rifugio Vualt, parcheggiamo e iniziamo ad adentrarci in uno stupendo bosco di faggi tramite il sentiero CAI 428A.
Il sentiero è in condizioni più che perfette e la salita verso il Bivacco Bianchi è facile e dopo circa un’oretta di cammino arrivano i mughi, le rocce ed infine arriviamo al prato che circonda il nostro bivacco. Nostro mica tanto! Troviamo una simpaticissima famigliola di Tarcento, che sperava tanto in una tranquilla serata in montagna, ma non sarà così! Quindi saremo in 12 a dividerci il minuscolo bivacco. Vabbè…. non è che in queste serate si dorma gran che e quindi va più che bene.
Il tramonto dal Bianchi è emozionante e tutte le montagne sembrano accendersi di una luce calda e sognante. Procediamo con cena, bevande e musica. Insomma una bella festa prima di stringerci nel bivacco per la notte. Chi sulle brande, chi sulle panche e chi per terra ci facciamo un breve, ma meritato sonno.
Come sempre, anche in questa uscita, ci alziamo al buio e dopo circa un’ora ci troviamo sulla vetta del Chiavals. La parte finale del sentiero è letteralmente invasa dalle stelle alpine. Io non ne avevo mai viste così tante. La vetta è bella, ma anche molto ripida. Restiamo per un bel po’ a goderci lo spettacolo del sole che sorge.
Ora si tratta di decollare e qui le cose si complicano, ma non per tutti. John e Loris non hanno nessuna difficoltà e si stupiscono delle mie perplessità (e non solo mie). I prati sono minuscoli, il vento debole e spesso laterale. La zona è piena di strapiombi che vietano gli errori! Insomma non è un posto da prendere alla leggera e per decollare serve capacità e sicurezza. Alla fine decolliamo Loris, io e John che porta la sua Giulia in biposto. Si, si proprio in biposto. Penso sia uno dei pochi piloti capace di decolli con il biposto in simili ambienti. I tre decolli sono eseguiti senza problemi anche se, in seguito, verrò ripreso per una tecnica non perfetta (corsa non veloce e seduto un po’ troppo presto). Penso sia fondamentale avere dei ritorni da parte degli amici per volare in certi luoghi e comunque mi fa piacere cercare di migliorare sempre. Non amo definirmi esperto di hike&fly, mi piace considerarmi sempre alla ricerca di miglioramenti e apprezzo moltissimo le valutazioni fatte da altri sui miei decolli o su i miei atterraggi.
Ecco si, proprio l’atterraggio non va bene. Ho una piccola vela da 16mq e in atterraggio con il vento nullo, non si deve dormire, pena un atterraggio a forte velocità. Detto, fatto! Piombo giù a Moggio come un proiettile e questo va bene, ma sbaglio la “flare” finale e allora decido di atterrare non su una stradina sterrata, ma su un prato con l’erba alta (e bagnata). OK atterro molto veloce e, una volta atterrato, mi accordo che l’erba alta nascondeva una enorme pietra a pochi centimetri da me. Se l’avessi centrata….. meglio non pensarci e piuttosto meglio pensare a come migliorare l’atterraggio!
A Moggio ci troviamo in 4 e penso che la storia si possa considerare conclusa e qui mi sbaglio. Mentre siamo indaffarati a sistemare il materiale vicino alle auto, mi si avvicina Giulia e mi pone strane domande, (bho?!?) Ma si tratta di un diversivo studiato ad arte per farmi allontanare dalla scatola dei miei scarponi che avevo lasciata aperta vicina all’auto! Io non lo sapevo, ma in montagna non si va con la scatola degli scarponi e quindi è circa da un anno che Loris e John meditano di darmi una “severa lezione”. Vedo solamente due ombre muoversi a tutta velocità alle spalle di Giulia; uno innaffia di benzina la scatola e subito dopo l’altro da fuoco con l’accendio. Fine della scatola.
Monte Chiavals - lato ovest
Difficoltà decollo H&FPossibili decolliCima del Chiavals decollabile con vento da ovest. Piccoli prati appena sotto la cima o altri poco prima della cima, proveniendo dal Bivacco Bianchi.
Possibili atterraggiCi sono alcuni prati atterrabili. Ad esempio in Via Bersaglio a Moggio Udinese.
ParcheggioPiccolo parcheggio nei pressi dell’atterraggio e all’inizio del sentiero CAI 428A.
Quota minima: 334mt
Quota massima: 2065mtIn auto da Moggio Udinese, Pradis, Val Alba e si parcheggia in prossimità del cartello divieto di accesso. Da qui si prende il sentiero CAI 428A fino all’incrocio con il 428. A questo punto si prende la destra fino al Bivacco Bianchi. Dal Bivacco Bianchi si prende l’Alta via di Moggio (AVM) fino alla cima del Chiavals. Il tratto finale è caratterizzato dai ripidi fianchi del Chiavals e il sentiero è adatto a camminatori esperti.
Coordinate decollo: 46.4679, 13.2482
Coordinate atterraggio: 46.4114, 13.2003A proposito delle informazioni tecniche di questo articolo.. leggi il disclaimer!