Montusel

Montusel… Montusel… non l’ho mai sentito questo monte, e si che ho girato le montagne del Friuli da tanti anni ed in tanti modi! Forse la Punta dell’Uccel? Era da lì che volevamo andare a volare… no: proprio il Montusel!

Siamo nel territorio di John, ed è lui infatti a proporre questa meta: si tratta di una cima che fa parte del gruppo dello Zuc dal Bor, nei contrafforti ad est del massiccio, prima di degradare verso Dogna.

Appuntamento quindi per le 8.30 a Chiusaforte. Arriviamo alla spicciolata un po’ da tutto il Friuli per partecipare a questa nuova avventura; siamo Ennio, John, io (Fabiano), Eros, Marco “rasta”, Enrico e Paolo C. Una colazione veloce tutti assieme al bar del paese, poi ci dividiamo in due gruppi: i piè veloce che partiranno a piedi dalla statale e noi lentoni che ci faremo portare in auto  un po’ più in alto.

Il primo gruppo lascia le auto sulla statale tra Chiusaforte e Dogna – in corrispondenza di una galleria – dove il greto del Fella offre una possibilità di atterraggio  proprio in prossimità del sentiero CAI 427 (quota 400 slm), mentre io ed Ennio saliamo sul pick-up di zio Adriano che ci porta prima fin quasi a Dogna e poi su, per una stradina che si inerpica atteversando i borghi di Visocco, Plagnis e Costamolino, fino ad arrivare a Case Torgul dove la strada finisce. Ci racconta – durante il tragitto –  degli anziani che ancora vivono in questi posti e di come possano restare isolati d’inverno quando, a seguito di forti nevicate, solamente con la fresa si possano ripristinare in qualche modo i collegamenti per raggiungerli, ma nonostante ciò siano restii a lasciare le loro case, anche se solo per l’inverno.

A Case Torgul (quota 854) ricomponiamo l’intero gruppo e ripartiamo tutti assieme lungo il sentiero. Poco oltre il borgo prendiamo a destra per il 427-a (cartello che indica il Montusel e segni CAI ben visibili) a risalire il costone verso gli stavoli Marcon. Da qui punta decisamente verso il canale che divide il Montusel dal Cozzarel; qui il sentiero si fa sempre più fatiscente e sconnesso, complice anche la prima neve caduta qualche giorno fa che all’interno del canale il sole non è ancora riuscito a sciogliere. Paolo davanti a tutti traccia il percorso senza esitazioni e così risaliamo, chi con passo sicuro, chi con passo un po’ più incerto, fino alla forcella a quota 1764. Da qui alla cima è tutto un pendio ripido con la neve che nasconde le già flebili tracce del sentiero. Lo saliamo in percorso libero, Ennio ed io supportati da ramponcini leggeri per poterlo risalire in sicurezza; arrivati alla cresta sommitale… ecco il decollo! Ma dove? io non lo vedo mica… John allora mi spiega (con molta pazienza) che basta aprire la vela sulla cresta e decollare verso il pendio (che a me sembrava così ripido) da cui siamo saliti.

Nemmeno il tempo di congratularci per la salita che Paolo apre la vela e si tuffa in volo… ha fretta di rientrare per un impegno inderogabile! Scende in volo veloce ed atterra sul greto del Fella, proprio come previsto, in prossimità delle auto. E’ ora il turno di Ennio che fa un decollo da manuale, di Enrico e poi il mio che, dopo qualche falsa, riesco finalmente a decollare tra gli improperi di John (“bisogna fare più campetti!”).

E’ giunto il momento di decollare anche per John, sempre perfetto nel controllo della sua vela, che si mette a dinamicare poco sotto la cima attendendo in volo il passaggio di Eros e Marco che, nel frattempo, sono saliti sulla cima 50 metri più su: hanno le velette più piccole e vogliono divertirsi partendo dal punto più alto per poi sfiorare il costone ed infilarsi nei canali… in pochi minuti sono già a terra ed appoggiano i piedi sul greto del Fella proprio sotto l’abitato di Dogna: sembrava un buon punto di atterraggio dall’alto ma, in realtà, invece del ghiaino fino che speravano di trovare li accoglie un fondo molto sconnesso e con sassi di buone dimensioni… pazienza, gestiscono comunque l’atterraggio senza particolari problemi nonostante la velocità, con cui toccano il suolo, imposta dalle minime dimensioni delle loro vele.

Enrico, Ennio ed io aggiriamo il monte Plananizza ed andiamo invece ad atterrare sotto Chiusaforte (all’altezza della frazione di Villanova) nell’ampio spiazzo ghiaioso che c’è tra l’autostrada e la statale che scendono la valle, mentre John opta anche lui per un atterraggio sul greto del Fella, ma appena a valle del ponte che porta a Raccolana. Si conclude così (ovviamente dopo birre e polletti vari…) an’altra giornata fantastica!!!!

 

Tokyo

Montusel

Difficoltà decollo H&F

Difficolta' 2
Legenda difficoltà »

Possibili decolli

Cima e cresta finale del monte esposizione Sud, Sud-Ovest

Possibili atterraggi

A Chiusaforte, il piazzale della cava sotto il borgo di Villanova o un pratone sotto Raccolana bordo Fella (appena a valle del ponte).

Il greto del Fella tra Dogna e Chiusaforte.

Parcheggio

A Chiusaforte o a Casasola.

E’ possibile lasciare l’auto sulla vecchia strada statale dove la nuova percorre la galleria Fortezza della Chiusa se si prevede di atterrare sul Fella.

Quota minima: 397mt
Quota massima: 1881mt

Sentiero CAI 427 fino a Case Trogul e poi 427a fino in cima.

Coordinate decollo: 46.4441, 13.2799
Coordinate atterraggio: 46.4037, 13.2928

A proposito delle informazioni tecniche di questo articolo.. leggi il disclaimer!

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