Pisimoni Bis

Dopo il bis in Peralba la vigilia di Natale da parte un folto gruppo di piloti, stavolta è bis sul Monte Pisimoni, attaccato nuovamente da Ester, Giova e Plume, dal fotografo camminatore Giovanni – detto Giuan per non confondersi – e da un giovane animaletto timoroso ma con tanta energia, Alpina, la cagnetta di Ester.
Parcheggiando, incontriamo la signora che già ci aveva accolti la volta precedente, che ci augura una buona salita e un buon volo e dispensa aneddoti e ricordi di quando, da quel monte che riempie lo sguardo verso nord con il sua aspetto ruvido, pochi giorni dopo il terremoto del ’76 una fetta enorme di montagna è cascata, facendo un gran polverone e preoccupando non poco gli abitanti di Ovedasso per i vicini del paese di Roveredo.

Ascoltando ancora le sue parole, imbocchiamo un sentierino a fianco alla fontana che si trova sulla prima curva a pochi metri dal parcheggio (gli spazi a fianco alle case antistanti alla chiesa del paese), sfruttando quindi una piccola scorciatoia che ci fa risparmiare qualche minuto di salita rispetto alla volta precedente.
La camminata sul sentiero, ribattezzato dai trail-isti gemonesi un “vertical”, giunge sui prati dove un mese fa la neve faceva da padrona, mentre ora sono rimaste solo chiazze di neve-ghiaccio delicato, nelle conche d’erba dove il sole non riesce a scaldare.

Fuori dal bosco, superati i pezzi in cui chi non è mai stato si sofferma ad osservare la bellezza del sentiero, riposiamo un attimo prima di attaccare l’anticima e la ormai vicina cima.
Riposa anche Alpina, che merita di godersi il sole che – ancora oggi, 26 dicembre – scalda il prato sul quale è distesa. Il debole vento predominante proviene da est, dalla vallata in direzione Tarvisio, probabilmente scomodo per il decollo in cima al Pisimoni, ma fattibile dai pratoni sotto l’anticima, che ancora non abbiamo provato.

DSG_6621

Proseguendo ancora verso gli ultimi metri di dislivello, sulla nostra destra si delineano la catena del Canin vista da ovest, il Montasio, il Monte Jama (di cui a breve qualcuno ne racconterà la propria avventura) – e il resto del panorama è comunque dipinto da una prospettiva particolare, diversa da quello delle solite cime che si scelgono salire; infine siamo in cima, dopo quasi tre ore di camminata.

Un breve ristoro ed io e Plume iniziamo ad organizzarci per aprire le vele: pare proprio che il vento riesca ad arrivare dritto sul pendio che si apre davanti a noi, il vento da est viene incanalato in qualche modo dalle asperità delle rocce ed è tutto a nostro vantaggio. La brezza non è costante, ma in breve riesco ad effettuare un gonfiaggio molto buono e, girandomi, in due salti sono a gambe tese per aria urlando fuori la tensione che sempre mi accompagna in quei brevi istanti.

Plume attende un contatto radio per conoscere la situazione vento in atterraggio, con la sua miniveletta ha necessità di atterrare il più possibile controvento. Ester, Giuan ed Alpina lo osservano attendere il momento adatto per un decollo in piena sicurezza, per poi ridiscendere per la traccia di sentiero che prosegue in direzione nordest, verso la cima Zuc dal Bor, per poi girare nuovamente verso sud e arrivare dopo qualche chilometro di camminata a Roveredo. A detta di Ester, tra le due opzioni il percorso più agilmente percorribile con la sacca da volo in spalla rimane la “vertical”, il sentiero da Ovedasso percorso all’andata, più corto e comodo per le nostre necessità.

Intanto, in aria, quel poco di movimento ascendente provocato dal vento scaldato dal sole che sbatte sui pendii mi regala il poter galleggiare davanti alle pareti a picco su Resiutta; accanto a me un grosso rapace termica in un’inesistente – per le mie capacità da umano – cilindro d’aria, guadagnando centimetro dopo centimetro, mentre nei canali chiari di roccia sgretolata sotto di noi un gruppo di una decina di camosci, spaventati dall’ombra di un enorme volatile bianco e verde, si inerpica tra i massi del canale fregandosene bellamente delle regole base dell’alpinismo a riguardo del fare attenzione al rotolamento sassi per chi sta sotto.

Metro dopo metro raggiungo i boschi che riparano il sentiero nella prima ora di cammino in salita, e in un attimo sono sopra il prato d’atterraggio. Stamattina non abbiamo posizionato un ottimo segnavento, ma i drappi di tessuto a protezione dell’orto invernale della solita signora si rivelano utilissimi per indicare la direzione della brezza. Sono a terra, accolto da persone del paese, con cui scambio qualche parola e che ci offriranno dell’ottimo affettato e spumante!

Avviso Eros della direzione del vento, e in breve tempo lo vediamo uscire dal canalone ad est del monte. Qualche giro di vite e qualche wingover ancora e mi raggiunge, atterrando acclamato dai paesani di Ovedasso. Consumiamo i viveri gentilmente offerti, e perfettamente in orario con il sole, ripieghiamo la vela un attimo prima che scompaia dietro a delle cime dall’altra parte della vallata. Al caldo del bar prescelto per bere un taj in onore dell’impresa appena compiuta, attendiamo Giuan ed Ester, che escono dal sentiero stanchi ma anche loro soddisfatti della bella uscita.

Hike & Fly Monte Pisimoni

Possibili decolli
Cima del Monte Pisimoni: esposizione sud / sud-ovest
Prato sotto l’anticima sud: quota 1800 circa, esposizione sud-ovest

Possibili atterraggi
A Ovedasso, vicino alla chiesa del paese, c’è un prato orientato est-ovest, parallelo alla valle est-ovest che segue la valle; in alternativa è possibile scegliere i tanti grandi prati a Moggio Udinese.

Parcheggio
A Ovedasso, negli spazi liberi vicino alla chiesa del paese

Sentiero CAI 423, Alta via CAI Moggio
Quota max 1880m, min 400m

A proposito delle informazioni tecniche di questo articolo.. leggi il disclaimer!

Giovaz

Difficoltà decollo H&F

Difficolta' 2+
Legenda difficoltà »

Possibili decolli

Cima del Monte Pisimoni: esposizione sud / sud-ovest
Prato sotto l’anticima sud: quota 1800 circa, esposizione sud-ovest

Possibili atterraggi

A Ovedasso, vicino alla chiesa del paese, c’è un prato orientato est-ovest, parallelo alla valle est-ovest che segue la valle; in alternativa è possibile scegliere i tanti grandi prati a Moggio Udinese.

Parcheggio

A Ovedasso, negli spazi liberi vicino alla chiesa del paese

Quota minima: 400mt
Quota massima: 1880mt

Sentiero CAI 423, Alta via CAI Moggio

A proposito delle informazioni tecniche di questo articolo.. leggi il disclaimer!

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.