ParaPeralba

Peralba. Il nome di  questa montagna friulana evoca morbidezza, colori caldi, prati infiniti, sentieri fioriti.. Tutt’altro rispetto a come si presenta nella realtà: imponente e magnifica roccia nuda che si erge luminosa in piena battuta di sole dall’altopiano verdeggiante delle Sorgenti del Piave!

19 dicembre, siamo ancora in Carnia, io, Giova, Piuma, Paolo e Loris, alla ricerca di un nuovo volo, e questa volta nello zaino aumentano gli accessori, poiché la risalita alla cima prevede un tratto di sentiero ferrato, e quindi ci carichiamo anche l’imbrago!
Il ritrovo è nella fresca Sappada verso le 9 per il briefing e l’identificazione dell’atterraggio presunto e sperato, poiché si cercherà di arrivare fin qui in volo, ma non è scontato che ci si riesca, tenuto conto della distanza dal decollo. I prati non mancano, ne scegliamo uno libero da ostacoli e comodo da raggiungere; siamo all’inizio del paese in centro valle, tra l’impianto di risalita e la pista di fondo. Diamo un occhiata ai passaggi delle linee elettriche e lasciamo un’auto nel parcheggio vicino. Più tardi durante l’atterraggio noteremo che dall’alto si riescono a scorgere diverse bandiere nei pressi della pista di fondo, utili a capire la direzione e l’intensità del vento a terra.

Quindi è arrivato il momento di indossare gli scarponi e caricare equipaggiamenti ed equipaggio sul pickup, scelto come mezzo per percorrere la strada verso le Sorgenti del Piave, soggetta a ghiaccio durante il periodo invernale. Ma noi siamo attrezzati e procediamo fino all’inizio della mulattiera che conduce al rifugio Calvi.

In auto si chiacchiera, il vento, il decollo, il tempo di risalita, qualche incognita, ma anche qualche riflessione sulle indicazioni fornite da chi, qualche domenica fa, già ci ha provato e ci è riuscito! Lungo la stretta vallata che si percorre da Cima Sappada verso nord, individuiamo qualche possibile atterraggio di fortuna, effettivamente ce ne sono un paio apprezzabili ed uno che richiede un po’ più di precisione, tutti a bordo strada.

 Finalmente raggiungiamo il sentiero che va al Calvi, parcheggiamo, e ci facciamo coccolare dal sole che, inaspettatamente, riscalda ancor prima della partenza! Naso all’insù ed uno sguardo va alla montagna, sempre molto d’effetto questo Peralba, piazzato lì come un monolite, che fa la differenza in mezzo a tutto il resto.

Giova ed Eros sistemano la manichetta per l’eventuale atterraggio ai piedi della montagna, poichè la cima, pur essendo alta -circa 2600mt- dovrebbe darci sufficiente margine di planata, ma nel caso dovesse mancare la condizione per veleggiare lungo la vallata fino a Sappada, saremmo pronti per un piano B.

 Pronti via! Il primo tratto di sentiero è una comoda e soleggiata mulattiera fino al rifugio (CAI n°132), dove, poi, diventa sentiero. Si sale quasi fino alla selletta dove, appena prima di svalicare, il sentiero si biforca a sinistra per raggiungere l’attacco alla ferrata Sartor, che affronteremo per arrivare in cima. Ci sono più risalite possibili, ma le normali, che non richiedono imbrago da ferrata, sono esposte a Nord ed a Ovest e, mentre d’estate non necessitano di particolari abilità, in questo periodo sono innevate e ghiacciate in alcuni tratti e richiedono l’utilizzo di ramponi oltre che una certa abilità.

Ad un tratto una scaletta si materializza davanti ai nostri occhi: siamo all’attacco della ferrata! Una breve pausa per ristoro e vestizione e poi ci incolliamo alla parete.. questi parapendisti sono dei veri gentlemen e si offrono premurosamente di scambiare le loro leggerissime sacche con la mia un po’ meno leggera, ma in questo caso voglio almeno provarci, e così ci avviamo tutti insieme, guidati da Loris che sale vivace come un camoscio spensierato, rinunciando alla fatica (bagaglio peraltro inutile.. effettivamente potessi lasciarlo a casa anche io..) e immortalandoci in qualche prezioso scatto durante le attese! Grazie Loris!!

Saliamo costanti e contenti, quest’avventura ci piace proprio e l’entusiasmo traspare da qualche immagine che riguarderemo più tardi. I cavi terminano a circa 200mt dalla cima, e si ripresenta il sentiero, questa volta più ripido e ghiaioso e a brevi tratti toccato dalla neve, definito in amicizia dal nostro Eros “sentierello tra le roccette”. La Madonnina della cima è di nuovo a vista e sempre più vicina fino a che non raggiungiamo anche noi la vetta! Lo spettacolo è sempre emozionante, da quassù il tratto di Traversata Carnica è talmente chiaro che sembra di guardare una cartina Tabacco in 3D, ed Eros ci nomina tutte le cime che riempiono i 360° di panorama, soffermandoci  ad osservare il monte Pelmo..

Ma è giunta l’ora di fare attenzione agli aspetti meteo più pratici, e soprattutto di scegliere il punto più favorevole al nostro sognato decollo! In cima c’è un po’ di indecisione rispetto alla direzione del vento, mentre l’intensità rimane costante. Il terreno è roccioso, la forma si presta a garantire lo spazio per aprire una vela ed impostare un decollo, ma i sassi sono affilati ed incombe il rischio di strappo. Dopo queste considerazioni decidiamo di scendere a dare un’occhiata al decollo suggerito ed utilizzato dall’amico parapendista, ed effettivamente ci pare molto buono, ampio, erboso per la maggior parte, inclinato quanto basta e ottimale anche rispetto alla direzione del vento, costante ed unidirezionale, ovviamente a nostro favore! Olè!!

 L’intenzione prende forma, la mimica facciale si trasforma mescolando emozione e concentrazione e così si decide l’ordine di uscita.. Paolo è il primo, decolla felice e prova subito a ricercare qualche bip ad ovest ma subito cambia rotta e trova sostegno a sud, davanti a noi riprende la quota decollo e poi si avvia verso il traverso perdendo davvero poco..

Nel frattempo mi sono preparata anche io e sono pronta, alzo la vela..e la riabbasso velocemente..il bordo d’uscita si è impigliato in un sasso e la frittata è fatta: buco! Il Peralba ha lasciato il ricordino alla mia vela. Controlliamo, ci riflettiamo su insieme, ed, alla fine, sconfortata decido di partire comunque. Al gonfiaggio sale bene nonostante la nuova presa d’aria, e durante il volo pare non risentirne anche se cerco di proseguire lineare senza girare nulla. Qualche termica debole in prossimità delle pareti si fa sentire e sostiene il necessario per attraversare tutta la vallata percorsa in auto ed addirittura permette di arrivare sopra Sappada con ancora quasi 2000mt di quota.

Durante il volo rivedo, questa volta dall’alto, i possibili atterraggi che affiancano la strada laggiù e con la mente confermo la possibilità di scendervi se necessario, anche se in certi punti la valletta si stringe; Paolo è in fase di atterraggio quando raggiungo la verticale di Cima Sappada, lo osservo..osservo il paese, le piste, le montagne stranamente ingiallite anziché candide come siamo abituati ad ammirarle in questa stagione, nemmeno un camino fumante ma vedendo atterrare lui, ed osservando le bandiere, risulta facile capire come impostare l’ultima fase.

Uno alla volta usciamo tutti e, tranne Piuma che si è portato la micro-vela, siamo arrivati a destinazione dove previsto. Loris è presto sopra di noi, anche con la vela leggera il margine di quota è ampiamente sicuro all’uscita dalla vallata ( i loro calcoli erano precisi); il Giova rimane il chiudi-branco e ci raggiunge con un sorriso che esplode sotto casco ed occhiali! Ancora una volta ci siamo regalati un’esperienza entusiasmante, due o tre ore di salita ripagate con un panorama saziante ed una ventina di minuti di planata da una prospettiva unica! Questo autunno soleggiato non poteva andare sprecato!

Piuma ci raggiunge col pickup recuperato ed è finalmente l’ora della birretta sponsorizzata da Loris e Paolo e degli ottimi home-backed-biscuits del Giova..davvero Speciali, come questa giornata!

beesterfly

Monte Peralba

Difficoltà decollo H&F

Difficolta' 2
Legenda difficoltà »

Coordinate decollo: 46.6283, 12.7190
Coordinate atterraggio: 46.5673, 12.6984

A proposito delle informazioni tecniche di questo articolo.. leggi il disclaimer!

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